Alptransit: frenare o accelerare?


Da alcuni anni i cantieri Alptransit sono una realtà in Leventina. Da circa un anno e mezzo, con l’avvio dei cantieri della Galleria di base del Ceneri, anche il cuore più urbanizzato e popolato del Ticino è confrontato con questa realtà. L’impatto sulla popolazione sembra essere al momento limitato, mentre per l’economia cantonale gli effetti positivi (soprattutto nell’ambito delle costruzioni) sono tangibili, tenuto conto che sono già stati investiti oltre CHF 200 mio. quasi tutti andati a ditte ticinesi. Visto come i lavori di costruzione, così come gli appalti e la progettazione, procedono a ritmi serrati, appare evidente che quest’opera, a lungo avversata a livello federale, sia ormai un elemento consolidato dell’asse del San Gottardo. Ciò appare logico, tenuto conto di come il Ceneri sia il naturale completamento (parziale, come vedremo in seguito) del tunnel del San Gottardo, con il quale andrà a costituire la ferrovia di pianura attraverso le Alpi. Il Ceneri è un anello importante della politica svizzera dei trasporti (specialmente per l’obiettivo del trasferimento del traffico merci su rotaia, di grande valenza ambientale) e non un progetto di mero interesse locale. Di questi fatti importanti sembrano essersi dimenticati molti politici a Berna, rappresentanti di cantoni della Svizzera centrale e urbana (Zurigo,…), in particolare provenienti dalle fila dell’UDC. Sull’onda delle incertezze (più presunte che vere) in merito all’allacciamento e al proseguimento in Italia della linea, essi hanno proposto lo stop dei lavori al Ceneri! Sarebbe un’azione azzardata per la Svizzera intera, almeno per due motivi. Primo: non si è mai visto in Svizzera un’infrastruttura di primaria importanza bloccata in corso d’opera per meri motivi politici (succede regolarmente altrove ad ogni cambio di governo, ma da noi sarebbe impensabile). Secondo: evidentemente le (presunte) incertezze italiane non farebbero che rafforzarsi, la pressione volta a favorire il traffico merci su strada aumenterebbe andando a compromettere l’intero investimento Alptransit, non a torto definito spesso il più grande progetto ambientale svizzero. E’ evidente, infatti, che la Galleria di base del San Gottardo, dal costo di diversi miliardi, non sarebbe attrattiva senza il Ceneri (in quanto l’attraversamento delle Alpi non sarebbe una ferrovia di pianura). Queste provocazioni, che sono in parte iniziative elettorali, ma che hanno anche lo scopo (nemmeno troppo recondito) di sottrarre investimenti al Ticino per effettuarli in altri cantoni, devono essere respinte fermamente da ogni ticinese. Lascia quindi allibiti la presa di posizione dell’UDC nostrana, che si è accodata a quella nazionale, senza riflettere sulle pesanti conseguenze che tali scellerate decisioni avrebbero a livello cantonale. Non tocca certo ai ticinesi frenare il progetto Alptransit, ma al contrario è nostro compito accelerarlo. Bisogna dire chiaro e forte che il Ticino non accetterà di avere a tempo indeterminato un’opera monca, che si ferma alle porte di Lugano. Alptransit deve proseguire fino al confine sud e collegarsi alla rete ferroviaria italiana. Dove ciò avverrà sarà determinato da scelte politiche, basate su studi che dovrebbero finalmente partire dopo una lunga vertenza sull’aggiudicazione del mandato al gruppo di progettisti che se ne occuperà. In merito al quando ciò si avvererà, siamo coscienti che saranno necessari almeno un decennio di studi e progettazione e un periodo ancora più lungo per la costruzione. Proprio perché i tempi sono lunghi è giusto muovere subito i primi passi. Senza quindi perdere di vista le scaramucce al Ceneri e difendendolo anzi dagli sconsiderati attacchi di cui sopra, bisogna però anche guardare avanti, superare il nodo di Lugano e guardare a sud, per evitare che i treni (in numero quasi doppio rispetto a quelli attuali) arrivino a Lugano a 250 km/h per poi percorrere le sponde del Ceresio e il Mendrisiotto a 50 km/h come fanno da oltre un secolo. Sarebbe deleterio per la politica dei trasporti svizzera e per la qualità della vita nel nostro bel Cantone Ticino.